METODO BIOFASCIALE

SCHEMA DELLA RANA PER RIDURRE I DOLORI CERVICALI E DORSALI

Il Metodo Biofasciale è un programma di esercizi ispirato agli schemi di movimento e allo stretching istintivo di alcuni animali vertebrati, quello della rana è uno degli schemi che ho elaborato nel corso degli anni.

Gli esercizi della rana presenti nel metodo apportano numerosi benefici all’intera struttura muscolo scheletrica, evidenziando in particolare una rapida diminuzione dei dolori cervicali e dorsali di origine muscolo tensiva. Tale beneficio è ottenuto grazie al tipo di movimento esercitato, al rispetto dei principi che ne sono alla base, e infine all’utilizzo di un particolare attrezzo, IL BIOROLLER, ideato dal sottoscritto.

Alla base del Metodo vi è l’idea che l’uomo condivide con gli animali vertebrati in genere alcuni aspetti dello scheletro e del movimento, e che mobilizzare lo scheletro o parti di esso come fa la rana, il rettile o il gatto, rappresenta un esercizio naturale e primordiale in grado di apportare benefici alla postura e al movimento bipede.
Il movimento della rana eseguito con l’arto superiore mobilizza parte dello scheletro, rilassa e allevia rapidamente il dolore cervicale e dorsale perché simulando il gesto del nuoto coinvolge simultaneamente le dita, il polso, il gomito, la spalla, la scapola, la colonna dorsale e le costole.

I muscoli e le fasce che riguardano queste strutture si allungano e si rilassano seguendo uno schema “intelligente” e ben integrato, il cui obiettivo è quello di realizzare una modalità di locomozione primordiale ma nello stesso tempo compatibile con la struttura e il movimento dell’arto umano.

Non basta però solo muovere il braccio come fa la rana durante il nuoto, bisogna che ciò vada fatto tenendo sempre presenti alcuni principi fondamentali, altrimenti si rischia di realizzare un movimento piuttosto “vuoto” e dotato di scarsi benefici.

  • Il primo principio da tenere sempre presente è quello della lentezza, bisogna muovere il braccio lentamente cercando di vincere la tentazione di velocizzare il gesto, perché il rispetto della lentezza apre la strada ad altri principi.
  • Un secondo importantissimo principio è il rilassamento. Muovere il braccio velocemente comporta una contrazione muscolare più o meno vigorosa, nello schema della rana invece abbiamo bisogno di rilassare i muscoli del braccio, della spalla, del collo, della scapola, del dorso e del petto: rilassarsi in Metodo Biofasciale significa utilizzare solo la quantità di forza strettamente necessaria per mantenere una postura o eseguire un gesto.
  • Un terzo principio, ma non meno importante, da osservare è quello di mantenere un costante ascolto del movimento interno dello scheletro o di una parte di esso, in questo caso del braccio e del cingolo scapolo omerale. Durante il movimento la mente è concentrata sulla sensazione fisica che si viene a generare nelle articolazioni del braccio e nelle strutture del cingolo scapolo omerale, l’allievo deve prendere coscienza dell’eventuale piacere, fastidio, rigidità, scioltezza, dolore ecc.

L’insegnante guida l’allievo in questo processo mentale di ascolto, portandolo a sentire progressivamente quello che succede a livello sensoriale nelle dita, nel polso, nel gomito, nella spalla, nella scapola, nelle vertebre dorsali, nelle costole. L’allievo è incoraggiato dall’insegnante a prendere consapevolezza del grado di rigidità
presente in queste strutture e a rilassare ogni fascia e muscolo che si sente entrare in azione durante l’esercizio.

La concentrazione è focalizzata sulla struttura più profonda dello scheletro, bisogna usare le sensazioni fisiche per diventare consapevoli di come il corpo si muove a partire dall’interno, e di come le diverse articolazioni, fasce e muscoli profondi collaborano tra di loro in modo “intelligente” per organizzare in modo funzionale un qualsiasi gesto motorio. Dell’attività di ascolto esercitata dall’allievo fa parte anche un particolare tipo di visualizzazione: l’allievo deve “vedere” un’articolazione durante il movimento creando di essa una chiara immagine mentale.

Voglio sottolineare anche l’importanza della posizione del corpo adottata e dell’uso del Bioroller ai fini dell’efficacia degli esercizi nel ridurre il dolore cervicale e dorsale.
Gli esercizi della rana sono eseguiti in posizione orizzontale, ciò consente di fornire al corpo una sorta di rilassamento generale, affrancato dallo sforzo di dover mantenere l’allineamento con la forza di gravità.

Nella posizione orizzontale l’allievo muove l’arto superiore utilizzando lo schema della rana, per eseguire l’esercizio si serve del Bioroller, il quale riduce l’effetto della forza di gravità e dell’attrito con il suolo generando un moto quasi passivo e aumentando il rilassamento delle fasce e dei muscoli coinvolti.
In definitiva il movimento integrato favorito dallo schema della rana, dalla lentezza, dall’attività di ascolto del movimento interno e dal rilassamento derivato dall’uso del Bioroller, migliorano la propriocezione dell’articolazione della spalla, della scapola, della colonna dorsale e cervicale.

Il cervello registra un collegamento più efficace con queste strutture dal punto di vista sensoriale, di conseguenza realizza un utilizzo più naturale, economico e funzionale delle stesse in funzione del movimento e del mantenimento della postura. Lo schema integrato della rana, il corretto utilizzo del Bioroller, la propriocezione e il
rilassamento dei muscoli sono gli elementi basilari che creano le condizioni per ridurre il dolore cervicale e dorsale.

Una di queste condizioni è rappresentata dal miglioramento automatico della postura delle spalle, della colonna cervicale e dorsale e delle scapole: grazie ad una propriocezione e un rilassamento più efficaci queste strutture tendono a recuperare la loro posizione più naturale rispetto allo scheletro.

Un’altra importante condizione per ridurre il dolore cervicale e dorsale è il recupero di un rapporto “intelligente” tra colonna, spalle, scapole, costole, gomito, polso e dita della mano, giacchè nel nostro corpo nessuna articolazione o muscolo è un’isola a sé, ma fa parte di una struttura e una organizzazione motoria globale e integrata.

L’approccio quindi del Metodo Biofasciale al miglioramento del benessere del collo e del dorso è globale, non ci preoccupiamo di mobilizzare in modo segmentario solo la spalla, la scapola o la colonna vertebrale, ma cerchiamo una integrazione tra tutte queste strutture. In realtà l’obbiettivo del metodo è di arrivare ad integrare in un solo movimento la totalità delle articolazioni e dei muscoli profondi dello scheletro, la mobilizzazione del braccio e del
cingolo scapolo omerale rappresenta solo un segmento di una visione più ampia del corpo e del movimento.

Per concludere, con il Metodo Biofasciale il dolore cervicale e dorsale si riduce e molto spesso si elimina del tutto usando strumenti come il Bioroller, il rilassamento, la lentezza e la propriocezione uniti a schemi di movimento primordiale come in questo caso quello del nuoto della rana. Per favorire il movimento, la locomozione in tutte le sue forme e il benessere della struttura fisica la natura ha “inventato” schemi di movimento funzionali e semplici nella loro essenza, basta ispirarsi a questi schemi per accorgersi che i risultati possono essere più rapidi ed
efficaci di quanto non si pensi.