A chiunque sarà capitato almeno una volta di ammirare la prestazione di un danzatore che esegue con naturalezza salti e piroette, di un artista circense dotato di estremo equilibrismo, o di un maestro di Tai chi capace di scaraventare a grande distanza un avversario senza apparente utilizzo di forza fisica. Ci siamo chiesti come fa il danzatore a muoversi con tanta forza e leggerezza nello stesso tempo, l’equilibrista a non cadere, il maestro di Tai chi a esprimere tanta potenza con un movimento del corpo appena percettibile, e infine cosa accomuna queste tre diverse abilità? La risposta è che ognuno di essi è in possesso di un sistema propriocettivo altamente funzionale, che gli consente di percepire chiaramente la posizione nello spazio di ogni segmento del proprio corpo, e di modulare in modo appropriato il lavoro di muscoli, tendini e articolazioni durante l’esecuzione di un gesto. Quello propriocettivo è un sofisticato sistema di controllo del movimento che si avvale degli impulsi provenienti da una complessa rete di recettori distribuiti nei muscoli, tendini e cute,il cui compito è di fornire le informazioni necessarie a rendere un gesto adeguato nella forza, nell’equilibrio, nella coordinazione e nella velocità di esecuzione. I recettori sono in grado di intercettare segnali capaci di innescare una risposta da parte dei muscoli e dei tendini in larga parte realizzata a prescindere dalla coscienza dell’individuo, sono quindi risposte inizialmente inconsapevoli, ma che possono trasformarsi in gesti consapevoli. La propriocezione, definita anche come cinestesia, è quindi la capacità di una persona di percepire lo stato di tensione dei muscoli, la posizione e il movimento del proprio corpo nello spazio grazie alle informazioni fornite dai propriocettori. Di conseguenza un sistema di propriocezione reso funzionale al massimo grazie all’esercizio è il motivo principale che consente al danzatore, all’equilibrista, al maestro di Tai chi e a qualsiasi atleta di successo, di mostrare capacità al di sopra della media. Grazie alla ripetizione volontaria di un movimento, la propriocezione può essere allenata e migliorata in funzione non solo della miglior prestazione atletica, ma anche per svilupparenella persona comune la capacità di percepire meglio se stesso e correggere in modo più semplice e istintivo la propria postura e il movimento generale. L’obbiettivo principale del Metodo Biofasciale è quello di sviluppare al massimo la percezione di se stesso, e consentire al corpo di recuperare spontaneamente la capacità di gestire in modo equilibrato la contrazione muscolare, un movimento e una postura più naturali ed armonici. Uno dei mezzi utilizzati in Metodo Biofasciale è l’applicazione del principio di “ascolto del movimento interno” durante gli esercizi eseguiti con il Bioroller, un attrezzo ideato dal sottoscritto per facilitare il rilassamento e il movimento delle articolazioni. L’ascolto del movimento interno è un tipo di concentrazione focalizzato in una prima fase della pratica sul movimento di una sola articolazione, gradualmente questaconcentrazione si estende a due e infine a tutte le giunture del corpo. L’allievo deve registrare ogni tipo di sensazione fisica percepita nelle giunture durante il movimento: grado di mobilità, piacere, rigidità, scioltezza, fastidio. In una fase più avanzata l’allievo impara a percepire attraverso le sensazioni fisiche anche l’organizzazione “intelligente” che si instaura durante la realizzazione del movimento tra le diverse articolazioni, muscoli e fasce. Il tipo di movimento utilizzato durante gli esercizi è ispirato allo stretching istintivo,agli schemi di nuoto e locomozione di alcuni animali vertebratie a quelli del bambino piccolo nelle diverse fasi di apprendimento innato che lo condurranno alla locomozione bipede.
L’uomo condivide con gli animali vertebrati alcuni schemi di movimento che in Metodo Biofasciale definiamo “schemi primordiali”, essi sono riferiti al modo in cui i due cingoli, la colonna vertebrale e i quattro arti si organizzano durante i diversi tipi di locomozione: pesce, balena, anfibio, rettile e quadrupede. Alcune caratteristiche di questi schemi di locomozione sono in continuità con la locomozione bipede, lo dimostra il bambino piccolo che passa dalla fase del rotolamento a quella dello strisciamento come il rettile, infine al gattonamento che riproduce la postura e la locomozione quadrupedica. L’esecuzione in posizione orizzontale degli schemi degli animali vertebrati facilita la percezione del corpo e del suomovimento, migliora la qualità del lavoro dei muscoli e la capacità di rilassamento degli stessi, condizioni che in posizione eretta e assoggettati alla forza di gravità sono più difficili da ottenere. Sviluppare la capacità di propriocezione eseguendo gli schemi primordiali in assenza quasi totale della forza di gravità e di attriti con il suolo, grazie al Bioroller, facilita in seguito anche la capacità di percepire meglio il movimento, il controllo della tensione muscolare e la posizione del proprio corpo in posizione eretta e quindi in presenza della forza di gravità.L’obiettivo è quindi quello di esercitare il sistema propriocettivo partendo dagli schemi più semplici e primitivi degli animali vertebrati, sviluppare una forte capacità di ascolto del movimento interno (propriocezione), ed estendere questa capacità anche alla gestualità e alla postura bipede. Quando si muove tutto il corpo eseguendo questi schemi, grazie all’aiuto del Bioroller è più facile rilassarsi, e quando si è rilassati è più facile anche percepire i movimenti più profondi dello scheletro,nonché il modo in cui questo organizza articolazioni, muscoli e fasce per eseguire il gesto globale. Infatti, in posizione orizzontale e in un diverso rapporto del proprio corpo con la forza di gravità, è più facile percepire durante la locomozione del rettile, ad esempio, che un movimento che parte dagli arti inferiori si trasmette al bacino attraverso le articolazionidella caviglia, del ginocchio e dell’anca, e dal bacino alla colonna vertebrale, alle costole, alle scapole, alle spalle , ai gomiti e ai polsi in un divenire armonico. Questa attività di ascolto in posizione orizzontale ci rende più consapevoli della dimensione interna del nostro corpo e di come esso funziona durante il movimento, estendere tale consapevolezza alla postura eretta diventa più semplice e vantaggioso per il nostro benessere. Quando parliamo di propriocezione in Metodo Biofasciale, quindi, ci riferiamo ad un lavoro molto sottile eseguito con la mente, in cui l’insegnante conduce l’allievo in un percorso di sviluppo della consapevolezza di sé, del proprio corpo e di come questo funziona. L’allievo diviene conscio di quella “intelligenza” innata del proprio corpo che organizza in modo funzionale e di solito inconsapevole ogni struttura del corpo per eseguire il miglior gesto e la miglior postura possibili. Sviluppare la capacità di propriocezione in Metodo Biofasciale significa far divenire il più possibile consapevoli quelle relazioni sottili tra ogni osso, articolazione e muscolo, che normalmente sono relegate nell’alveo dell’inconsapevolezza. Propriocezione significa infine percepire anche che nessuna giuntura o muscolo del proprio corpo è un’isola a sé ma è parte di un sistema più globale, e che rilassarsi vuol dire usare per un gesto o per il mantenimento della postura solo la quantità di forza necessaria. Per ottenere tale livello di propriocezione in Metodo Biofasciale vengono usati il Bioroller, la lentezza, il rilassamento e l’ascolto del movimento interno,uniti a un tipo di movimento ispirato a schemi motori che la natura ha già realizzato in modo perfetto. In milioni di anni l’evoluzione ha infatti plasmato il sistema nervoso, lo scheletro, i muscoli e i tendini degli animali vertebrati anche in funzione della locomozione acquatica e terrestre, sviluppando una organizzazione motoria sottile e perfetta che è alla base della salute e del benessere.
Imitando gli schemi degli animali vertebrati e allenandoli con la facilitazione del Bioroller e l’ascolto del movimento interno, è in definitiva più facile correggere la postura e il movimento della persona adulta, migliorando il benessere e prevenendo le patologie muscolo scheletriche molto comuni all’uomo odierno.